I nostri giovani italiani
mercoledì 24 maggio 2017
Sono davvero tanti i giovani italiani che studiano o lavorano tra Nizza, Sophia Antipolis e zone limitrofe. Qui mi riferisco ai numerosi giovani con una laurea ottenuta in Italia ed ulteriori specializzazioni acquisite sia presso Università del nostro paese che altrove.
Molti sono ingegneri che lavorano in aziende del polo di Sophia Antipolis, molti sono ricercatori in ambito biomedico, chimico o di sviluppo software.
Per motivi di lavoro ne ho incontrati molti, con la costante di persone capaci, curiose ed appassionate al loro lavoro, costrette però a lasciare l'Italia per la difficoltà di trovare o mantenere un lavoro consono e con una retribuzione almeno commisurata alla loro preparazione.
Nessuno di loro si lamenta, hanno messo in conto di potere-dovere lavorare all'estero per un periodo, che sovente si è allungato, e parecchi sono qui in Francia già da tanti anni.
Hanno talvolta nostalgia per casa loro, come non capirli.
Molti di loro hanno inizialmente costruito delle relazioni con altri italiani, magari colleghi di lavoro, è certo più facile, poi il circuito di conoscenze si è ampliato a francesi e giovani di altri paesi europei.
Una volta installati nella nostra regione, dopo essersi ambientati hanno fatto i conti con tutte le incombenze amministrative locali, cambio targa dell'auto, Carte Vitale, Mutuelle ecc... e va detto che troppo spesso non hanno avuto chiare delucidazioni da parte delle istituzioni italiane di Nizza.
Mi chiedo sempre: ma è mai possibile che non esista un ufficio italiano dedicato e centralizzato in grado di indirizzare ed assistere questi giovani (ed ovviamente anche i meno giovani) a districarsi tra le formalità francesi?
Nel mio piccolo ricorro ad una generosa persona, ben conosciuta nella comunità italiana e residente in Francia da molti anni, che si è sempre rivelata in grado di risolvere ogni problema. Ho girato volentieri questo nominativo a diversi giovani.
Quindi, sistemati con l'abitazione (studio) come si dice qui, a posto con il lavoro, auto o bus per andare da casa al lavoro, "i nostri" cominciano a guardarsi attorno per ampliare la loro vita sociale.
Va detto che taluni giungono in Costa Azzurra con la loro compagna/o, alcuni mantengono storie a distanza (Italia-Francia), ma non so perché, pare che dopo un pò tante storie affettive giungano a conclusione con relativa sofferenza e ricorso allo psicologo.
Gli altri frequentano gruppi di giovani ed amicizie informali dei locali "trendy" della zona.
Mi fa sempre effetto sentir dire che dalle cittadine della costa vengono a Nizza, che è considerata la grande città, con vita diurna (e soprattutto) notturna...
Bene il nostro giovane conosce una ragazza, poco importa sia francese, ucraina, scozzese o di non so dove, come tutti i giovani uomini apre un importante capitolo della sua vita per avere una relazione affettiva.
Qui non ci sono più confini o frontiere che tengano, gioie e crucci dell'amore sono uguali dappertutto, mi riferisco alla vecchia Europa e, penso valga per gran parte di questa nostra Terra.
Ho molto rispetto per questi giovani, competenti, intelligenti, svelti e coraggiosi: non se se io sarei stato capace a 23-24 anni di lasciare casa mia per andare in Francia, che è a due passi, per non dire di altri paesi.
Mi fanno anche tenerezza perché nelle cose dell'amore usano il linguaggio del desiderio, della passione, della sofferenza e del rimpianto che è un pò la lingua universale.
Con la differenza che essere lontani da casa pesa molto nei momenti di crisi, la solitudine e la nostalgia mordono di più, occorre grande forza d'animo per non perdersi nella tristezza e nello scoraggiamento.
Qui può davvero fare la differenza avere costruito un circuito di relazioni amicali ed affettive in Francia, oltre all'insostituibile appoggio dei familiari, anche se lontani.
Amici e familiari possono rappresentare la rete di protezione in grado di sostenere per il tempo necessario a riaprirsi alla voglia di vivere con una persona accanto.
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