Nostalgia è una parola greca che significa "dolore del ritorno" ed è uno stato psicologico o sentimento di tristezza e di rimpianto per la lontananza da persone o luoghi cari.
Scrive il filosofo Antonio Prete: << Tutti viviamo nella incompletezza. Non siamo onnipotenti. Solo se accettassimo la finitezza come nostro orizzonte la nostalgia potrebbe apparire come un elemento positivo. La nostalgia ci dice costantemente che tutto ciò che abbiamo vissuto, che abbiamo amato, che abbiamo coltivato nel passato, non tornerà più, non ci appartiene più >>
Ecco quindi il sentimento della nostalgia per qualcuno o qualcosa che si è lasciato.
Sentimento potente: in una conferenza a Milano qualche anno fa il Prof. Prete ci raccontava che i soldati svizzeri, che andavano a combattere come mercenari in giro per l'Europa, sino al 18° secolo, dopo un po' di tempo lontani dalle loro case cominciavano ad ammalarsi, diventavano tristi, perdevano l'appetito e molti morivano! Pensate, questa malattia veniva chiamata dai medici di allora "mal du Suisse".
Cosa accadeva a questi sfortunati giovani: erano costretti ad abbandonare le loro terre per andare a combattere come soldati di ventura al soldo di eserciti stranieri, lontani dalle proprie famiglie e dalle valli alpine che li avevano visti crescere. Prima di ammalarsi gravemente molti giovani disertavano e fuggivano per tornare alla loro amata Svizzera.
Ecco la cura: tornare nei luoghi natii e dalle persone amate per stare meglio e "guarire".
Ecco quindi il sentimento della nostalgia per qualcuno o qualcosa che si è lasciato.
Sentimento potente: in una conferenza a Milano qualche anno fa il Prof. Prete ci raccontava che i soldati svizzeri, che andavano a combattere come mercenari in giro per l'Europa, sino al 18° secolo, dopo un po' di tempo lontani dalle loro case cominciavano ad ammalarsi, diventavano tristi, perdevano l'appetito e molti morivano! Pensate, questa malattia veniva chiamata dai medici di allora "mal du Suisse".
Cosa accadeva a questi sfortunati giovani: erano costretti ad abbandonare le loro terre per andare a combattere come soldati di ventura al soldo di eserciti stranieri, lontani dalle proprie famiglie e dalle valli alpine che li avevano visti crescere. Prima di ammalarsi gravemente molti giovani disertavano e fuggivano per tornare alla loro amata Svizzera.
Ecco la cura: tornare nei luoghi natii e dalle persone amate per stare meglio e "guarire".
E noi che viviamo qui a Nizza come la mettiamo con la nostalgia...?
Certo, non andiamo in guerra al soldo di eserciti stranieri, anche se talvolta dobbiamo combattere le nostre battaglie sia lavorative che personali qui in Francia.
Riferimento personale: ogni volta che torno alla "mia" Milano, sono preso da sentimenti contrastanti, so che la città è molto inquinata, caotica, stressante e piena di contraddizioni.
Però un sentimento di nostalgia mi avvolge sempre nel rivedere i luoghi ove abitavo e lavoravo, passare davanti alla mia vecchia scuola, alla casa che avevano abitato i miei genitori, parlare con gli amici rimasti. Guarda caso di solito vado sempre a mangiare da Spontini, mitica pizzeria che frequentava già dalle scuole medie!
Nostalgia allo stato puro, anche se sono sempre più convinto della scelta di vivere e lavorare qui a Nizza.
Nel mio lavoro ho incontrato poche persone che non vogliono assolutamente tornare indietro, girerebbero tutto il mondo senza alcun problema e non sembrano avere nostalgia di casa, ma nella maggior parte dei casi le persone esprimono molta nostalgia della loro città, della loro casa, delle persone rimaste in Italia.
Nostalgia è anche nostalgia della lingua, non a caso si parla di lingua madre, che evoca per noi connotazioni affettive profonde e familiari.
Ecco allora che la sfida è riuscire ad accettare che se siamo qui è per trovare un lavoro migliore, per imparare una lingua, trascorrere serenamente gli anni della pensione, convivere con la nostra compagna o.... per fuggire da qualcuno.
Ma accettare il sentimento di nostalgia è anche permettere alla nostra lingua (o ai dialetti) di vivere e farci sentire a casa, in relazione con altre persone, così come il cibo è una potente medicina anti-nostalgia, che ci fa sentire subito a casa nostra.
Credo sia davvero importante mantenere dei legami sociali con altri italiani per non dimenticare mai le nostre radici culturali legate anche alla lingua, ed al contempo frequentare colleghi ed amici francesi per evitare di chiudersi come un ristretto gruppo di nostalgici, pieni di quello struggimento che diviene un "mal du Suisse".
PS : Avete visto con che piacere molti di noi aspettano il pacco inviato dalla mamma da casa in Italia! Pacchi che molto spesso saranno aperti e goduti in momenti conviviali con i propri amici...
Certo, non andiamo in guerra al soldo di eserciti stranieri, anche se talvolta dobbiamo combattere le nostre battaglie sia lavorative che personali qui in Francia.
Riferimento personale: ogni volta che torno alla "mia" Milano, sono preso da sentimenti contrastanti, so che la città è molto inquinata, caotica, stressante e piena di contraddizioni.
Però un sentimento di nostalgia mi avvolge sempre nel rivedere i luoghi ove abitavo e lavoravo, passare davanti alla mia vecchia scuola, alla casa che avevano abitato i miei genitori, parlare con gli amici rimasti. Guarda caso di solito vado sempre a mangiare da Spontini, mitica pizzeria che frequentava già dalle scuole medie!
Nostalgia allo stato puro, anche se sono sempre più convinto della scelta di vivere e lavorare qui a Nizza.
Nel mio lavoro ho incontrato poche persone che non vogliono assolutamente tornare indietro, girerebbero tutto il mondo senza alcun problema e non sembrano avere nostalgia di casa, ma nella maggior parte dei casi le persone esprimono molta nostalgia della loro città, della loro casa, delle persone rimaste in Italia.
Nostalgia è anche nostalgia della lingua, non a caso si parla di lingua madre, che evoca per noi connotazioni affettive profonde e familiari.
Ecco allora che la sfida è riuscire ad accettare che se siamo qui è per trovare un lavoro migliore, per imparare una lingua, trascorrere serenamente gli anni della pensione, convivere con la nostra compagna o.... per fuggire da qualcuno.
Ma accettare il sentimento di nostalgia è anche permettere alla nostra lingua (o ai dialetti) di vivere e farci sentire a casa, in relazione con altre persone, così come il cibo è una potente medicina anti-nostalgia, che ci fa sentire subito a casa nostra.
Credo sia davvero importante mantenere dei legami sociali con altri italiani per non dimenticare mai le nostre radici culturali legate anche alla lingua, ed al contempo frequentare colleghi ed amici francesi per evitare di chiudersi come un ristretto gruppo di nostalgici, pieni di quello struggimento che diviene un "mal du Suisse".
PS : Avete visto con che piacere molti di noi aspettano il pacco inviato dalla mamma da casa in Italia! Pacchi che molto spesso saranno aperti e goduti in momenti conviviali con i propri amici...