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Claire è una ragazza trentenne che si è rivolta a Soremax per una grave sofferenza anoressica con cui ha “convissuto” sin da adolescente.
Sin dalle prime sedute Claire parla della sua storia familiare molto difficile, i suoi genitori sono sempre stati duri e maneschi nei comportamenti tra loro e con i figli.
Il padre di Claire aveva iniziato a lavorare come meccanico, poi un po’ alla volta aveva aperto una sua officina ed attualmente ha una importante concessionaria di auto, nella quale lavorano entrambi i figli, Claire alle pratiche di immatricolazione ed il fratello alle vendite.
Nel racconto di Claire il padre quando rientrava alla sera dal lavoro spesso era bevuto, il che innescava litigi con la moglie e, non di rado, volavano sberle tra i due e se i figli intervenivano erano botte anche per loro.
In particolare modo il padre se la prendeva con il ragazzo, che portava con sé già da adolescente a lavorare in officina.
La madre nel racconto di Claire ha sempre colluso, provocava l’uomo e lo insultava, e poi erano botte per tutti, in una specie di follia collettiva.
Claire aveva sempre lavorato con il padre, prima nell’officina, poi nella concessionaria, sfruttata e pagata una miseria. Il fratello è anch’esso sottomesso al padre, di fatto non ha alcun potere decisionale, si pavoneggia solo con le grosse auto che vendono.
Sino a tre anni fa Claire ha vissuto in casa con i genitori, poi con una piccola eredità di una zia è riuscita a comperarsi un monolocale ed è andata a vivere da sola, con grande gioia.
Il contatto con Soremax era dovuto alla preoccupazione per il suo eccessivo dimagrimento, è un anoressica restrittiva che spesso è stata ricoverata per brevi periodi in ospedale per svenimenti, tachicardie ed amenorrea.
Riferisce di avere sempre avuto difficoltà con il cibo, sin da piccola non mangiava e ciò faceva adirare il padre che voleva i figli belli robusti e in “carne”.
A scuola andava male, svogliata e molto isolata dai compagni. Ricorda lunghi pomeriggi da sola a casa. Dai 13 anni il dimagrimento si era accentuato ed erano stati consultati vari medici che avevano prescritto vitamine e ricostituenti, che lei non assumeva mai, di nascosto dai genitori.
Claire era sempre molto isolata e ben contenta, anche per la sua magrezza, di non interessare ai ragazzi.
La ragazza ha imparato a convivere tutti questi anni con la sua grande sofferenza anoressica, alternata a cedimenti bulimici durante i quali ha abusato di ansiolitici e antidepressivi, oltre all’uso scriteriato di lassativi.
Terminate le scuole dell’obbligo tramite una conoscente aveva trovato un lavoretto da apprendista da una parrucchiera ma, con la consueta durezza il padre l’aveva costretta a lasciare la parrucchiera per iniziare a lavorare con lui in officina, senza contratto e per quattro soldi.
Le prime sedute con Claire sono state difficili, era molto emozionata e parlava a fatica, grandi sospiri, occhi lucidi e gesti nervosi con la testa spesso china.
Con fatica Claire ha parlato della sua paura per il cibo, che considera un nemico, un veleno che deve allontanare da sé al massimo. La famiglia è fonte soltanto di dolore ed angoscia, nemmeno il fratello è dalla sua parte, preso anche lui nel vortice della sofferenza.
Claire si era chiusa in un mutismo doloroso in cui le sole urla erano quelle del suo sintomo anoressico, peraltro invisibile ai familiari.
Soltanto alcune amiche l’hanno aiutata a cercarsi una casa da sola e provare a chiedere un aumento rispetto alla paga da fame decisa dal padre. Con grande fatica mi racconta che pochi giorni prima il fratello, decisamente bevuto, aveva cercato di baciarla, invano… Non solo, aveva minacciato di picchiarla se avesse detto qualcosa ai genitori.
Un sogno che porta in seduta indica bene il tema narrativo che l’angoscia: “… Sono in un parco a leggere un libro poi d’improvviso tutte le persone scompaiono e non riesco a capire perché. Di colpo vedo un animale tipo leone o tigre che viene verso di me con fare minaccioso. Vorrei urlare ma la voce non mi esce e sono terrorizzata di essere mangiata viva dalla bestia… Mi sveglio angosciata e tremante”.
Nel sogno la ragazza ha potuto “dare parola”, al terrore di essere “mangiata” dalle altre persone. Lavoriamo su questa emozione profonda che caratterizza tutta la sua vita e sostiene le sue paure. Si decide anche ad affrontare il fratello che è costretto a scusarsi e per “riparare” all’episodio dovrà proteggerla dal padre ogni qualvolta necessario.
Dopo qualche mese dall’inizio del lavoro individuale accade un episodio che Claire vive come una importante discontinuità rispetto a quanto avrebbe fatto normalmente: al padre viene notificata una multa per eccesso di velocità e annesso provvedimento di ritiro della patente.
Claire apprende che il padre, come niente fosse, esige dalla figlia di incolparsi del fatto per evitare a lui la dura sanzione.
Claire per la prima volta risponde di no al padre, non ha alcuna intenzione di pagare per lui, è stufa di subire e farsi maltrattare! Il fratello, memore della promessa fatta la sostiene e protegge dall’ira del padre.
Per il padre è uno choc, che i figli si ribellino non è nemmeno pensabile, urla davanti a tutti nella concessionaria e, choc ulteriore, gli impiegati che assistono alla scena si mettono a ridere!
Qualcosa si rompe nelle dinamiche familiari e Claire si sente più leggera e capisce che la terapia le sta permettendo di vivere, vivere come mai avrebbe potuto.
Come dice il proverbio la fortuna è cieca ma la sfortuna ci vede benissimo, il “povero” papà ha a breve un nuovo choc: la sua potente auto ferma davanti casa viene rubata! Claire non nasconde la sua gioia per l’accaduto, dice che Dio esiste davvero!
Al contempo Claire ha altri pensieri dato che si trova di fronte ad una contingenza per lei inaspettata e fuori dal controllo che attua in tanti atti della sua vita: un giovane meccanico della concessionaria, carino e timido, le chiede di uscire.
Claire è colpita perché il ragazzo le lascia un bigliettino con il suo nome accanto ad un tulipano, sul tavolo dell’ufficio.
Me ne parla a lungo in seduta, è emozionata e le fa piacere, ma la paura è grande.
I tulipani sono i fiori preferiti di Claire e questo piccolo atto del giovane fa si che la ragazza accetti di uscire con lui.
Iniziano a frequentarsi, passo passo il giovane mostra che le vuole bene ed apprezza la dolcezza di questa ragazza che spesso si comporta come un’istrice, per via delle sue paure.
Da un anno il sintomo è attenuato, Claire ci convive ma la sua vita non è più scandita dall’enorme sofferenza di prima; ha lasciato la concessionaria del padre e lavora nell’officina del giovane meccanico, suo attuale fidanzato.
Mi dice sorridendo: “… L’animale credo proprio non riuscirà più a mangiarmi…”
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