Nicole e Camila

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Nicole, ragazza ventenne, nasce in una famiglia assai benestante, il padre è un alto ufficiale dell’esercito che proviene da una “dinastia” di militari e la madre insegna privatamente pianoforte.
Nicole ha una sorella ed un fratello rispettivamente minori di due e quattro anni.
Per via del lavoro del padre spesso si sono dovuti spostare in varie città della Francia. Nicole è sempre stata minuta, aggraziata e poco attratta dal cibo e dal bere. Sin da piccola la mamma doveva insistere perché lei mangiasse.
Verso i tredici-quattordici anni Nicole aveva preso peso, dapprima qualche chilo poi era decisamente ingrassata ed ahimè presa in giro dai compagni di scuola per il suo stato.
A seguito di ripetuti episodi di “bullismo” Nicole un giorno non è rientrata a casa dalla scuola.
Panico della madre e furia del padre che per molte ore non sanno dov’è la loro figliola.
Si fa viva alla sera dalla casa di una compagna di scuola di origine spagnola, famiglia disprezzata dai suoi genitori perché troppo proletari.
La madre vorrebbe proteggere Nicole ma il padre è irremovibile, considera tale episodio intollerabile e decide che la ragazza dovrà andare in un collegio per essere “raddrizzata”.
Furiosi litigi in casa, la madre si oppone perché capisce bene che l’episodio è conseguenza diretta della sofferenza di Nicole e vorrebbe farla seguire da uno psicologo ma il padre non vuole sentire ragioni, l’anno scolastico seguente sarà fatto in un collegio lontano da casa.
Nicole entra in uno stato di mutismo sembra “congelata”, smette di mangiare perché vuole perdere peso e tornare magra e graziosa come un tempo.
Quando inizia il collegio lontano da casa la madre va a trovarla sovente, accompagnata dalla sorella e dal fratello, che sembrano essere totalmente indifferenti a Nicole. L’anno in collegio fa emergere il talento per la musica ed il canto di Nicole, che “sogna” una carriera da artista, magari cantautrice.
Il padre dopo un anno di collegio è disposto a riprendere la ragazza in casa, pensa si sia “raddrizzata”, apparentemente è tranquilla, studiosa e regolarizzata con il peso.
“Naturalmente” il padre sa cosa deve studiare Nicole all’università, studi di legge per divenire avvocato, notaio o magistrato!
Nicole protesta, invano. Deve iscriversi a giurisprudenza oltretutto nella stessa città dove vivono i familiari, lei che sperava di andare lontano per potersi emancipare.
Tutto sembra andare al meglio ma una crepa sta per evidenziarsi in famiglia: Nicole ancora una volta non rientra a casa. Solita drammatica scenetta familiare: madre angosciatissima, padre furioso e fratelli indifferenti…
Stavolta Nicole è maggiorenne ed ha “premeditato” la sua fuga, infatti i suoi familiari non riescono a capire dove possa essere. Vi anticipo che Nicole è andata a vivere a Barcellona da una zia di Camila, la sua compagna di scuola spagnola, legata alla sua prima ingenua “fuga”.
Ovviamente lasci agli studi e per mantenersi lavora in un bar di “tapas”. É riuscita a dimagrire, si piace ma vorrebbe fare ancora meglio. Perde ancora peso, non ha mai appetito e, come dice lei: “…Vivevo d’aria.”
Solo la madre ha contatti con lei, di nascosto del padre, che sentenzia di non volerla vedere mai più.
Camila, quando va a trovarla è choccata, Nicole sembra uno scheletro, filiforme e diafana, con due occhioni perduti…
Allerta la madre che sembra impotente, non sa come fare con Nicole che non percepisce la gravità della sua situazione “fisica”.
Camila decide di intervenire al posto dei familiari, si piazza a casa dove vive Nicole assieme alla zia e la costringe a consultare un medico nutrizionista.
Il sanitario fa il possibile ma sappiamo bene quanto sia difficile “trattare” l’anoressia. Ovviamente il medico suggerisce anche dei colloqui psicologici che Nicole rifiuta fermamente. Si va avanti così per qualche mese, Nicole rimane sempre gravemente sottopeso.
Camila deve rientrare in Francia e propone a Nicole di andare a vivere assieme nella stessa casa che avrebbero affittato. Con due promesse: farsi seguire da uno psicologo e riprendere contatti con i familiari dapprima a distanza e poi… si vedrà.
Detto fatto le due ragazze iniziano questa avventura nella stessa casa e trovano lavoro come cameriere nello stesso lounge-bar.
Nicole deve mantenere le due promesse, è molto ambigua sul riprendere contatti con i familiari, anche se di fatto aveva sempre sentito (a piccole dosi) la madre e faticosamente contatta la sorella ed il fratello.
Per lo psicologo tentenna, poi “dolcemente” accompagnata da Camila prende contatto con Soremax.
Come potete immaginare i colloqui sono assai difficili, Nicole sa bene (dentro di sé) che la sua famiglia è molto disfunzionale. Dovere, performance e responsabilità sono gli assi fondamentali delle dinamiche ove la madre è sottomessa al padre “padrone” ed i figli devono fare ciò che il capo-famiglia vuole.
Ma i colpi di scena non mancano: Océane, la sorella di Nicole da sempre magra come un chiodo smette praticamente di mangiare. Padre infuriato (come al solito) ma stavolta la madre reagisce e decide di intervenire subito prendendo di peso il marito con la minaccia di lasciarlo se si comporterà al solito stupido e rigido modo! Océane viene inviata da uno psicologo che la seguirà per la sua severa anoressia. Non solo lo psicologo contatta Soremax, con l’assenso di Océane, per fare “squadra” e capire meglio le dinamiche familiari.
Il padre viene messo all’angolo ed “obtorto collo” deve coinvolgersi e rivedere le sue anaffettive  e disfunzionali reazioni.
Il lavoro psicologico continua, Nicole e Camila ora sono una coppia di fatto, stanno assieme e si vogliono bene. Océane sta lentamente riprendendo peso, il fratello, che il padre voleva votato alla carriera militare, ha deciso di studiare medicina e la madre si è decisa a separarsi ed ora vive nella stessa città di Nicole.
A voi trarre le giuste considerazioni…

 

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