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Laure ed Eric sono i genitori di Amelie di diciassette e Manon di quindici anni.
È una famiglia serena in cui la comunicazione tra i membri è buona e nel tempo non vi sono mai stati problemi di sorta. Certo le due ragazze adolescenti iniziano la loro “ribellione” verso l’autorità genitoriale ma è un fatto del tutto normale nel processo di crescita delle giovani.
Nei confronti della scuola le ragazze sono molto diverse: Amelie non ha voglia di studiare dato che appena potrà vuole andare a lavorare per avere maggiore autonomia ed andare a vivere per conto proprio. Manon invece è molto studiosa ed ha già chiaro cosa vorrà fare da grande: la veterinaria per dare conto della sua passione per gli animali.
Spesso le due ragazze escono assieme con comuni amici e nel gruppo di pari hanno i loro primi flirt ed entrambe parlano delle loro “storielle” con la mamma. Un bel giorno Amelie conosce un ragazzo straniero che fa di tutto per stare con lei. All’inizio Amelie non è interessata ma la corte serrata del ragazzo la porta ad accettare.
Amelie ed il giovane si frequentano per alcuni mesi e Manon viene a sapere che il ragazzo frequenta brutte persone ed è ambiguo, dato che ha interesse anche per lei!
Una sera le due sorelle hanno uno scambio piuttosto acceso proprio a causa del ragazzo, Amelie pensa che la sorella sia solo gelosa e non crede assolutamente a quanto le dice per metterla in guardia. Lo scontro è violento, addirittura Amelie dice che appena possibile andrà a convivere con il ragazzo. Per la prima volta la famiglia è confrontata ad uno scontro tra Amelie, mamma, sorella e papà. Amelie non vuole sentire ragioni, andrà a convivere con il ragazzo dato che entro poche settimane sarà maggiorenne e non è possibile impedirglielo.
Detto fatto Amelie esce di casa nel dolore di tutti, soprattutto Manon che si sente sia colpevole che responsabile di quanto accaduto alla sorella. Non solo, Amelie risponde con difficoltà a telefonate e messaggi dei genitori ed è molto arrabbiata con la sorella che non riesce più a parlarle.
Manon risente moltissimo dell’uscita di casa della sorella, salta alcune volte la scuola, è svogliata e mangia poco dato che ha sempre “mal di stomaco” e difficoltà a digerire.
In breve Manon perde peso vistosamente, mangia solo qualche barretta proteica per non svenire ed è francamente depressa.
I genitori sono molto preoccupati e per il tramite del loro farmacista, con cui hanno confidenza, sentono parlare di Soremax.
Ci contattano pieni di dolore e delusione per quanto accade alle loro figlie, la grande fuori di casa con un ragazzo di cui sanno pochissimo e che appare ben poco affidabile, la piccola in piena anoressia e depressione.
Incontriamo due persone addolorate, spente, ferite che si sentono totalmente impotenti nei confronti delle figliole così tanto amate e che non “riconoscono” più.
Il lavoro con i genitori passa per il senso di impotenza, di colpa e per la rabbia, molto pericolosi dato che non permettono loro di agire, proporre soluzioni e smarcarsi da possibili ricatti delle figlie.
Dapprima lavoriamo sui sensi di colpa dei genitori che si materializzano nella tragica domanda: “… Che cosa (noi genitori) abbiamo sbagliato con le nostre figlie…?”
Proprio nulla Laure ed Eric, essere genitori è un mestiere difficilissimo e non vi è alcuna garanzia di riuscita!
Nella fattispecie non possiamo dire che Laure ed Eric siano stati cattivi genitori, emotivamente distanti. Anzi, sempre attenti, presenti e disponibili al dialogo con la ragazze. Dialogo che è rimasto vivo sino ai primi flirt delle ragazze, che divengono sempre momenti “esplosivi” per via della sessualità che si affaccia per le giovani.
Per Amelie l’incontro con il ragazzo ha comportato un “terremoto” emotivo che ha portato ad una separazione con i familiari, vissuti come ostacolo alle sue scelte di vita.
Prendere consapevolezza di questo permette a Laure ed Eric di attenuare il loro senso di impotenza, ridurre la delusione (e la rabbia) che vivono a proposito delle vicende in atto. Concordiamo con Laure ed Eric di tenere una posizione ferma ma “civile” con Amelie, è la sua vita e deve fare esperienza anche con il ragazzo.
In pratica “alleggerire” la tensione con Amelie perché rimanga aperto un canale di comunicazione tra la ragazza ed i familiari.
Per quanto riguarda Manon proponiamo ai genitori un percorso di terapia per la ragazza che ha vissuto malissimo l’uscita di casa della sorella per cui si sente in colpa dato che il loro violento litigio ha riguardato il ragazzo di Amelie.
Tentiamo anche un’operazione ardita e chiediamo alle due sorelle un incontro in nostra presenza per un tentativo di “pacificazione”. É un azzardo, ne siamo convinti, ma lo proponiamo ugualmente. Il tentativo fallisce, Amelie non è disponibile e non se ne fa nulla.
Andiamo avanti con il lavoro per alcuni mesi sino ad un’inattesa svolta: Amelie ci chiede di potere parlare con noi. Accettiamo senza indugio, curiosi di cosa possa avere mosso la ragazza a farci tale richiesta. L’Amelie che incontriamo è triste e ansiosa dato che il suo ragazzo esce spesso la sera con gli amici e non la coinvolge, oltre a ricevere un sacco di messaggi di ragazze e questo la ingelosisce tantissimo. In breve Amelie ora considera in ben altra luce le parole di Manon, non scaturite da gelosia ma da una sincera preoccupazione per la sorella.
Si susseguono una serie di incontri in cui cerchiamo al massimo di essere “neutrali”, per consentire a tutti i membri della famiglia di verbalizzare preoccupazioni, aspettative ed anche rabbia per gli accadimenti. Riproponiamo l’incontro tra le due sorelle, in uno scenario del tutto mutato. Riteniamo utile che siano solo le due ragazze ad incontrarsi, senza la nostra presenza, ora di certo ingombrante.
Amelie e Manon ci dicono che l’incontro è stato molto utile, emozionante ed avvio di un chiarimento e di una pacificazione, desiderata e sperata da entrambe.
Non solo, Manon è assolutamente convinta di non vedere mai più il ragazzo che l’ha fatta soffrire (con la sua “complicità) con cui dovrà fare i conti, evidentemente. Le due sorelle tornano a casa insieme, tra la sorpresa e gioia dei genitori! L’unità familiare può ricomporsi, senza recriminazioni ma con la grande voglia di guardare avanti tutti assieme.
A parte uno spiacevole strascico dovuto a dei tentativi di contatto da parte dell’ex ragazzo di Manon, che la ragazza fronteggia con il pieno appoggio dei familiari, il quadretto familiare si rasserena.
Le direttrici del lavoro terapeutico ora vedono Amelie confrontarsi con il suo desiderio di emancipazione dalla famiglia senza però avere ancora gli “strumenti emotivi” per non cadere in situazioni come quella vissuta con l’inaffidabile ragazzo.
Per Manon invece il lavoro verte sulla ridda di emozioni legate ai sensi di colpa per avere messo a parte la sorella di quanto aveva saputo del ragazzo, pur a fin di bene, con il feroce scontro seguito che aveva rotto l’alleanza e complicità delle ragazze.
Anche la ricomposizione del quadro familiare consente a Manon di affrontare il cibo in un modo più sano, lentamente riprende a mangiare e torna ad un peso più adeguato.
In uno degli incontri Manon ci dice che il suo non mangiare era sia una punizione per avere fatto stare male Amelie, sia un modo per essere meno attraente per i ragazzi vissuti come “predatori” ed inaffidabili che, di certo, non guardano una tutta pelle ed ossa…!
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