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La sorella maggiore Jade è da sempre sovrappeso, alcuni chili mal vissuti dalla ragazza che nonostante continue diete non riesce a perdere il peso di troppo ed è sempre angosciata.
Elodie, un giorno le fa vedere come “controlla” il peso nonostante le abbuffate: va in bagno e senza farsi vedere vomita. Ne nasce un segreto che le sorelle condivideranno per anni e che permette a Jade di stabilizzare il suo peso. Le due sorelle sono sempre più legate anche perché escono con lo stesso gruppo di amici ed hanno i loro primi flirt con i ragazzi.
Il fratello non si interessa alle sorelle, per lui il cibo ed il peso sono solo “paranoie” delle due ragazze. Ha giusto attenzione al fatto che le sorelle non frequentino cattivi ragazzi, una sua forma di protezione che considera dovuta.
La serenità della famiglia é rotta quando i genitori hanno una crisi di coppia molto pericolosa: Jeannine scopre che Marc ha una liaison con una collega di lavoro da quasi un anno. Momenti molto duri, litigate ed urla in casa con i tre figli totalmente schierati dalla parte della mamma contro il tradimento del padre. Madre e figli di comune accordo decidono di chiedere al padre di uscire di casa. Solo Elodie mantiene dei contatti telefonico con il padre, che nel frattempo ha chiuso definitivamente la storia con la collega.
Proprio per questo Elodie cerca in tutti i modi di fare rientrare il padre, nella speranza che la moglie possa perdonarlo. Va detto che il padre si è ben reso conto della follia compiuta e si cosparge il capo di cenere per potere tornare e casa.
Ma la moglie è irremovibile e non vuole sentire ragioni, anzi inizia le pratiche per la separazione e poi il divorzio.
Elodie si trova in grande conflitto, vuole bene al padre e comprende l’errore che ha compiuto ed il reale pentimento. Del resto capisce bene la sofferenza della mamma e dei fratelli. Di fatto si ritrova ad essere “ambasciatrice” per tentare di recuperare il dialogo tra i familiari.
Ad un certo punto decide, nell’ostilità degli altri membri, di andare a vivere dal padre. Con lui si trova bene e non può che confermare il reale pentimento del genitore. I tentativi di rappacificare i genitori non riescono ed Elodie è veramente angosciata e delusa.
Anche i contatti con la sorella ed il fratello si riducono drasticamente, ulteriore delusione e fonte di ansia per Elodie.
Ma il “colpo di grazia” per Elodie é venire a sapere che la mamma ha incontrato un uomo e che a breve verrà a vivere con loro. Sente di non potere tollerare anche questo, la sua speranza di ricomporre la famiglia é definitivamente naufragata.
Inizia a non mangiare, non ha fame per niente e beve solo the con due biscotti alcune volte al giorno. Nel giro di pochi mesi è pelle ed ossa. Il padre molto allarmato non sa che fare, addirittura si presenta dalla ex moglie per parlarle di Elodie e della grave situazione, ma non lo fanno nemmeno entrare in casa e gli altri due figli sembrano ben poco interessati a Elodie.
Il padre, in accordo con il medico, prende di peso Elodie e la porta in ospedale dato che la situazione è molto grave ed il genitore teme per la vita della figliola.
Il ricovero dura più di un mese ed Elodie viene alimentata con il sondino che le permette di prendere del peso che la toglie dal pericolo di morte. Finalmente anche la mamma ed i fratelli, sconvolti dalla situazione creatasi (anche sentendosi in colpa con Elodie) vanno a trovarla.
Uno dei medici del reparto consiglia a Elodie di intraprendere un percorso di psicoterapia, che non potrà essere fatto in ospedale ma a casa e le segnala Soremax.
Elodie si presenta da noi accompagnata dal padre. Dopo i primi colloqui chiediamo di potere coinvolgere la madre e, se possibile, l’intera famiglia con l’assenso di Elodie.
La mamma si rifiuta perché non vuole assolutamente incrociare l’ex marito mentre i figlioli accettano. La nostra idea é di “affiancare” per quanto possibile un lavoro familiare per aiutare Elodie psicologicamente nel suo percorso di cura. Appare chiaro che Elodie rappresenta la “paziente designata”, lo snodo di una sofferenza familiare diffusa dopo la separazione dei genitori. Ciò va di pari passo con la sofferenza personale di Elodie, le sue difficoltà alimentari ed il vomito utilizzato da anni per “regolare” il peso.
Come suol dirsi, si lavora con chi c’é, padre, sorella e fratello oltre ad Elodie che già nel vedere loro tutti coinvolti e seriamente in apprensione si “impegna” a mangiare. Soprattutto utilizziamo l’accompagnamento alla scelta, preparazione e cottura del cibo dato che sappiamo bene che Elodie non è in grado di trovare un equilibrio da sola, in preda ad emozioni così violente.
Occorrono alcuni mesi per vedere piccoli miglioramenti di Elodie, che segue con attenzione e pazienza i suggerimenti “alimentari” proposti da Soremax, e riesce a mangiare piccole quantità di cibo che mai avrebbe pensato di assumere. Di pari passo va il lavoro psicologico per permettere ad Elodie di individuarsi maggiormente e non sentirsi in colpa per non essere riuscita a “tenere assieme la famiglia”, compito che non spetta certo a lei, ma di cui si è fatta carico. Lavoriamo sul forte sentimento di “fallimento” ed impotenza che Elodie vive nella dinamica familiare, e che le rende la vita troppo pesante da vivere. È un lavoro sui due versanti, sensoriale e di consapevolezza rispetto al cibo, ai nutrienti, al sapore ed al vissuto percettivo in aggiunta al lavoro psicoterapeutico di Elodie.
Anche i familiari possono aiutarla ed aiutarsi a meglio stabilizzare i legami familiari, anche se la madre non si renderà mai disponibile ad incontrarci.
Prosegue il lavoro con Elodie sui due versanti indicati, ma già sin d’ora la ragazza ha preso alcuni chili e, non ci crederete, cucina (e mangia) poco ma in modo sano, leggero ed appetitoso…
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